Quando una coppia non riesce ad ottenere un concepimento dopo 12/24 mesi di rapporti mirati non protetti, si può definire soggetta ad infertilità. In Italia l’infertilità di coppia riguarda il 15% delle coppie.

Specialmente se nella coppia la donna supera i trent’anni d’età, è fondamentale che questa affronti per tempo la situazione. Solo in questo modo è possibile aiutare la coppia ad ottenere una gravidanza nel modo più rapido ed economico possibile. Attendere troppo tempo può comportare la necessità di dover ricorrere a procedure mediche più lunghe e costose.

Affidarsi al nostro Centro di Napoli, specializzato in diagnosi e trattamento dell’infertilità di coppia, significa essere presi in carico da un team di professionisti che accompagnerà la coppia a cercare di ottenere il risultato sperato. Il percorso inizia con la prima consulenza di coppia e prosegue con l’inquadramento clinico grazie ad esami specifici, per l’uomo e per la donna.

Sulla base dell’esito del colloquio con la coppia e dei risultati clinici, il medico può suggerire il percorso di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) più adatto. Esistono diversi percorsi di PMA, alcuni “in vivo” ovvero più semplici e diretti, altri “in vitro” ovvero procedure mediche più complesse.

Vediamo qui di seguito i vari tipi di Procreazione Medicalmente Assistita seguiti nel nostro Centro di Napoli e quando sono indicati.

Procreazione Medicalmente Assistita:
tecniche “in vivo”

Rapporti mirati

I rapporti sessuali mirati sono la “tecnica” di Procreazione Medicalmente Assistita più semplice e naturale. Si basa sul programmare rapporti sessuali nel periodo di maggiore fertilità. I professionisti del nostro Centro di Napoli, specializzato in infertilità, aiutano la coppia ad individuare con precisione questo periodo tramite il monitoraggio follicolare ecografico. Al controllo ecografico si può associare il dosaggio plasmatico degli ormoni.

Il rapporto sessuale mirato può essere programmato in un ciclo spontaneo o durante un ciclo stimolato con terapia farmacologica cioè l’induzione dell’ovulazione. L’induzione dell’ovulazione permette a donne affette da sterilità su base ormonale di ovulare normalmente e di avere la possibilità di concepire in modo naturale.

Il rapporto sessuale mirato è indicato nelle coppie che riferiscono infertilità involontaria di durata relativamente breve.

Inseminazione Intrauterina

L’inseminazione intrauterina (IUI) è una delle metodiche più semplici di fecondazione assistita. L’IUI è indicata in donne con disordini ovulatori, in coppie senza un evidente causa di sterilità e in presenza di almeno una tuba aperta. Poiché la IUI prevede una normale o lievemente ridotta capacità degli spermatozoi di fecondare l’ovocita, all’interno dell’apparato riproduttivo femminile, è importante che i test per la valutazione della fertilità maschile mostrino un’accettabile qualità degli spermatozoi (in numero, movimento e forma).

L’inseminazione intrauterina è una tecnica efficace anche nei casi in cui la partner femminile presenti una reazione immune verso gli spermatozoi del partner. Questa alterazione, caratterizzata dalla presenza di anticorpi diretti contro gli spermatozoi, impedisce che questi ultimi possano penetrare nel muco cervicale della donna e successivamente raggiungere l’ovocita. L’IUI permette agli spermatozoi, adeguatamente preparati, di by-passare la cervice e iniziare il loro percorso dall’utero.

Procreazione Medicalmente Assistita:
tecniche “in vitro”

ICSI Iniezione Intracitoplasmatica

L’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI) è una tecnica di fecondazione in vitro con molti punti in comune con la più datata FIVET. Nella FIVET il contatto fra l’ovocita e gli spermatozoi, anche se eseguito in vitro, è spontaneo. Nella tecnica ICSI, invece, lo spermatozoo è iniettato direttamente nell’ovocita attraverso una piccola cannula.

Nell’ICSI la donna è sottoposta a induzione multipla controllata dell’ovulazione con somministrazione giornaliera di gonadotropine. La somministrazione delle gonadotropine inizia a partire dal primo/secondo giorno del ciclo con una durata media di 8-9 giorni. In seguito a  controlli ecografici e ormonali, effettuati nel corso della terapia stessa, la dose giornaliera di gonadotropine può subire variazioni per individualizzare la dose terapeutica e prevenire effetti collaterali. Oltre alle gonadotropine è possibile impiegare farmaci agonisti o antagonisti del GnRH (Gonadotropin Realising Hormone, ormone di rilascio delle gonadotropine) che impediscono il prematuro rilascio degli ovociti, favoriscono la loro maturazione e permettono di scegliere il momento più idoneo per effettuare il prelievo ovocitario, detto pick-up.

Quando i follicoli hanno raggiunto la dimensione idonea, l’ovulazione viene indotta con una iniezione di gonadotropina corionica umana (hCG) e dopo 36 ore verrà effettuato il pick-up. Un singolo spermatozoo è iniettato direttamente nell’ovocita mediante uno strumento chiamato micromanipolatore. Dopo 16-18 ore dall’iniezione, l’ovocita è controllato per verificare che la fecondazione sia avvenuta.

Gli embrioni così formati, saranno trasferiti in utero (in un numero massimo pari a tre) dopo 48-72 ore dal pick-up ovocitario ovvero due o tre giorni dopo la fecondazione. Il transfer embrionale è una procedura molto semplice per la donna, ma di massima attenzione per il medico. Gli embrioni, sospesi nella goccia di uno speciale liquido, vengono aspirati in un catetere e delicatamente inseriti nell’utero.

Dopo un periodo di riposo, minimo di 60 minuti, la paziente può tornare a casa. Dopo 14 giorni è possibile eseguire il test ematico di gravidanza (dosando nel sangue le beta hCG).

Negli ultimi anni, la tecnica di fecondazione microassistita (o di micromanipolazione) è stata accolta come una rivoluzione e ha offerto una soluzione valida perfino nei casi più complessi di sterilità maschile: oligospermia severa, ostruzione delle vie escretrici o altre patologie del testicolo.

ICSI Iniezione Intracitoplasmatica con DUO STIM

Nella procedura ICSI, da qualche anno, esiste una possibilità, chiamata DUO STIM, doppia stimolazione, per sfruttare al meglio la riserva ovarica anche delle pazienti con cattiva risposta alla stimolazione farmacologica.

In questo caso, qualora dopo il primo prelievo ovocitario si dovessero ottenere nessuna, 1 o 2 blastocisti, è possibile ricominciare immediatamente la stimolazione, 5 giorni dopo il primo pick up.

Questa strategia, ormai validata, permette di sfruttare le due ondate di reclutamento follicolare ovarico, e di aumentare in questo modo il numero di uova recuperate per ogni ciclo mestruale.

ICSI e DUO STIM sono procedure di elevata competenza in il dr. Maurizio Muzi e tutto il nostro Centro di Napoli sono particolarmente specializzati.

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